sabato 26 novembre 2016

Compito di ognuno di noi

...È ormai tempo di svegliarvi dal sonno”. Perché mai quest’appello accorato? Perché il sonno è ciò che più minaccia la fede...

Che cosa accade durante il sonno? 
La fantasia si sgancia dal controllo della ragione ipotizzando 
mondi immaginari.

Compito di ognuno di noi, invece, 
è quello di capire 
il senso della propria storia, 
quale destino ci attende, 

che cosa è nascosto 
in ciò che viviamo, 

cosa è celato 
in quello che scegliamo.

Antonio Savone 
Riscoprire il perché – Prepararsi alla liturgia domenicale (I di Avvento)

venerdì 25 novembre 2016

L'arte della pace.


E' l'arte del trasformare
la lingua da punta che ferisce in vomere che ara la durezza dell'interlocutore; 
l'arte del trasformare 
le fabbriche di armi in fabbriche per lo sviluppo;
l'arte di non vendere mine antiuomo per far tirare l'economia sommersa o tacitamente legalizzata...
L'avvento è la beatitudine di accogliere 
il Gesù della pace integrale: 
quella 
con Dio anche nel momento in cui si rivela come Mistero, 
quella 
col coniuge e col collega, 
quella 
di una politica ragionata e non rissosa, 
quella 
dei deboli e non dei forti, 
quella 
basata sulla coscienza prima ancora che sulle leggi. 
E chi più ne ha più ne metta. 

LITURGIA 27 novembre 2016 - 1 Domenica Avvento
da ...Vegliate, dunque!.Don Augusto Fontana

giovedì 24 novembre 2016

Cosa pensi che stia facendo in questo preciso momento?

Un giorno un ricco industriale rimase inorridito trovando un pescatore del sud pigramente sdraiato accanto alla sua barca a fumare la pipa.
“Perché non sei in mare a pescare?”, gli chiese l’industriale.
“Perché ho preso abbastanza pesce per oggi”, disse il pescatore.
“Perché non ne prendi di più di quanto te ne serve?”, chiese l’industriale,
“Cosa ne dovrei fare?”, domandò il pescatore.
“Potresti guadagnare più soldi”, fu la risposta.
“Così potresti dotare la tua barca di un motore. Allora potresti spingerti in acque più profonde e prendere più pesce. Allora avresti abbastanza soldi per comprare reti di nylon. Queste ti frutterebbero più pesce e più soldi. Ben presto avresti abbastanza denaro per possedere due barche...magari un’intera flotta di barche.Allora saresti un uomo ricco come me.”
“Cosa farei allora?”, chiese il pescatore. “Allora potresti sederti e goderti la vita”, rispose l'industriale.
“Cosa pensi che stia facendo in questo preciso momento?”, disse il pescatore soddisfatto.
(A.De Mello, Il canto degli uccelli, Edizioni Paoline, pag.173-174)

mercoledì 23 novembre 2016

pronte a spiegare le loro ali di giganti

Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po'
sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.
Jaques Brel



martedì 22 novembre 2016

La strada


La strada ha la sua poesia. 
L'ha 
la strada grande e la piccola, 
la modernissima autostrada e il secolare viottolo alpestre dove passano a stento il mulo e il boscaiolo; l'ha 
la vasta via nazionale 
che si perde diritta e interminabile nella pianura polverosa, 
che valica fiumi e colline, 
e attraversa campagne e 
congiunge città e paesi e 
si dirama e 
s'intreccia in ogni direzione a formare come le maglie di una fittissima rete; 
l'ha, più intima e più dolce, 
la strada 
che risale le vallate, 
che s'inerpica sulle montagne e 
scavalca i grandi passi e 
ridiscende tortuosa e capricciosa come un nastro enorme ; 
verso altre vallate, altri monti, altre contrade. 
La poesia della strada è anche nella sua stessa missione di avvicinare fra loro i più lontani paesi e gli uomini agli uomini e di rendere meno estranee fra loro le regioni e le nazioni.

 G. Silvestri

lunedì 21 novembre 2016

l'odio


Poesia di Wislawa Szymbrosca
L’odio

Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.

Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.

Religione o non religione 
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.

Oh, quegli altri sentimenti 
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?

Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.

È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.

In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro.
 lui solo.

domenica 20 novembre 2016

Oggi e ieri

Il vigliacco di oggi
è il bimbo che schernivano ieri.
L’aguzzino di oggi
è il bimbo che frustavano ieri.
L’impostore di oggi
è il bimbo a cui non credevamo ieri.
Il contestatore di oggi è il bimbo che opprimevano ieri.
L’innamorato di oggi è il bimbo che accarezzavano ieri.
Il non complessato di oggi
è il bimbo che carezzavamo  ieri.
Il non complessato  di oggi
è il bimbo che non calunniavamo ieri.
L’espansivo di oggi
é il bimbo che non trascuravamo ieri.
Il saggio di oggi
è il bimbo che ammaestravamo ieri.
L’indulgente di oggi
è il bimbo che perdonavamo ieri.
L’uomo che respira amore e bellezza
è il bimbo che viveva nella gioia anche ieri.

Ronald Russel si è posto il problema dell'uomo che si è venuto formando in modo diversi secondo i metodi con cui è stato trattato da bimbo. Quali di questi  favoriscono e quali ostacalano il sereno sviluppo della personalità del bambino-