sabato 12 gennaio 2013

la leggerezza del vecchio che non si nasconde


Che cos’è la leggerezza di un vecchio?
È quella di una persona che chiude gli occhi sui conflitti, sulle morti, al quale non bisogna dir nulla di duro, di triste?
È la leggerezza dovuta all’ignoranza, al disinteresse?
No, quello è il rimbambimento totale!
La leggerezza di un vecchio è la leggerezza di chi, nel suo cammino spirituale, ha trovato che il mondo è nelle mani di Dio. Quindi i conflitti, le guerre non sono la fine della storia. Sono momenti drammatici, ma alla fine l’amore trionferà.
Vi confesso fraternamente che la luce del giorno non appare mai prima di me, prima che io stia con gli occhi aperti su questa luce. E quando vedo il cielo azzurro, il cielo che da nero, impenetrabile, si
trasforma in azzurro, mi pare che come una grande coperta di tenerezza avvolga l’umanità.
E quindi, anche se i conflitti mi angosciano, questa angoscia viene trasformata in tenerezza. Mi pare
che l’umanità sia diventata come un bambino, come dice il profeta Osea, un bambino che Dio avvolge in questo manto azzurro e difende dal male. 
Questa è la leggerezza del vecchio che non si nasconde che c’è il male nel mondo, ma lo vede avvolto dalla tenerezza di Dio, non si nasconde che c’è la morte, ma la vive come un episodio. Arturo Paoli

venerdì 11 gennaio 2013

la tensione immobile


"Qualcuno avrà notato con quale ipnotica lentezza battano le ciglia di un bambino che ascolta un vecchio rievocare; come le labbra si schiudano febbrili, la saliva passi lenta attraverso la gola. Non è di ilarità la sua espressione, mentre tutto il corpo si stringe contro le antiche ginocchia. C'è in lui la tensione immobile degli animali in muda, degli insetti in metamorfosi; è forse simile agli usignoli in pieno canto che si dice hanno una forte temperatura e il fragile piumaggio tutto arruffato. Egli sta crescendo, in quegli attimi; sta bevendo con voluttà e tremore alla fontana della memoria; l'acqua fulgida e cupa da cui ha vita la percezione sottile." 
Da Gli imperdonabili di Cristina Campo. 

giovedì 10 gennaio 2013

il problema e il mistero del tempo

Tu dici "Non ho tempo..."
Altri dicono: "Non so come passare il tempo: le ore sono tutte uguali e vuote. Questa solitudine mi uccide..."
Dunque il problema e il mistero del tempo, evocato e quasi dilatato anche da questo trascorrere di un anno nell'altro - il vecchio anno nel nuovo -, la notte trascorre nell'alba.
E, insieme, la sensazione che un tempo -un tempo ulteriore- ci è dato. Angelo Casati

mercoledì 9 gennaio 2013

Sono i percorsi del cuore. Sono l'inimmaginabile.

E' una domenica come le altre. A Messa, vicina a lei, siede una ragazza più giovane.
C'è un attimo di sospensione per una persona che sembra sentirsi male. Le due ragazze si parlano. La sintonia è immediata. La ragazza "agnostica" ha l'impressione che l'altra conosca più di lei la parrocchia . Le confida il suo essere "agnostica" e insieme il suo desiderio di confrontarsi con qualcuno.
E' un attimo, la fiducia è immediata. Forse quel volto è per lei l'immagine di una fede che sfiora la tenerezza.
Ti chiedi come possa avvenire che nel giro di pochi secondi si accenda un incontro. Sono i percorsi del cuore. Sono l'inimmaginabile.
Non mi stancherò di sognare queste creature, meno preoccupate di rivendicare chissà quali appartenenze, ma incantevolmemte attente ai "miracoli" del cuore. Don Angelo  Casati

martedì 8 gennaio 2013

avrebbero il potere di smascherare solo che si chiedessero: “cercano la giustizia? cercano l’umiltà?”


Guarda, ascolta e rifletti. Guarda, ascolta protagonisti dello “spettacolo” quotidiano, fissali in volto, ascolta il tono della voce, misura le proposte. Ti sembra che cerchino la giustizia? Ti sembra che cerchino l’umiltà? Avremmo un criterio stringente. Avremmo un motivo, e più d’uno, per resistere alla seduzione. La seduzione che, ancora oggi, come agli inizi, è nella voce di un Serpente incantatore, il grande Venditore, vende frutti dell’albero in cambio di adorazione. Venditore all’inizio, quando promise un posto da Dio, seggi da Dio, a chi avrebbe mangiato del frutto dell’albero: “Sarete come Dio”. Venditore il Serpente, non cambia pelle, quando a Gesù spudoratamente offrì “tutti i regni del mondo con la loro gloria” in cambio di adorazione: “Se prostrandoti” disse “mi adorerai”.
Razza di venditori suadenti che i credenti, se fossero tali, avrebbero il potere di smascherare solo che si chiedessero: “cercano la giustizia? cercano l’umiltà?”. E il re sarebbe nudo. Nudo su ogni terreno, non escluso quello dichiaratamente religioso.
Il regno, quello vero, quello di Dio, dove è espulsa ogni ombra di dominio, accade, secondo le parole del monte, ad opera di coloro che non si sentono padroni di niente e di nessuno, essi cercano giustizia, cercano umiltà.
Tu li guardi e ti si colorano gli occhi. Tu li guardi e respiri brezza di vento.
E ringrazi Gesù per il vento delle otto parole. Oggi lo ringrazio per quest’aria aperta e nuova che colora gli occhi di donne e uomini del nostro tempo. Che bello che ci siano. E che siano al di là di ogni steccato. Disegnano un mondo diverso. Che non è chissà dove. Non lo vedi se gli occhi sono a rincorrere il mito dell’eccellenza. Te ne accorgi se guardi nella piega della vita della gente. Allora ti innamori degli occhi, degli occhi delle donne e degli uomini delle beatitudini.

Perché il vangelo delle beatitudini non è innanzitutto una serie di norme. Disegna la bellezza di un progetto in costruzione, che qualcuno di noi chiama “regno di Dio”.
Che bello che, in un mondo di feriti ed esclusi, ci sia qualcuno che si china e lenisce.
Che bello che, in un mondo di prepotenze e arroganze, ci sia qualcuno che crede nella mitezza d’animo e di cuore.
Che bello che in un mondo di fame e ingiustizie ci sia qualcuno che ancora non ha cancellato la sete di giustizia.
Che bello che, in un mondo di durezze e spietatezze, ci sia qualcuno che ha il volto della tenerezza e della compassione.
Che bello che, in un mondo di corruzioni e intrighi, ci sia qualcuno integro e retto di cuore.
Che bello che in un mondo di guerre e di violenze, ci sia qualcuno testardo costruttore di ponti. Di comprensione, di rispetto e di pace.
Che bello che in un mondo di convenienze e opportunismi ci sia qualcuno disposto a pagare di persona per la difesa della verità e dell’altro.

Ora guardi. Forse anche tu respiri. Di che colore sono i tuoi occhi? 
Don Angelo Casati 

lunedì 7 gennaio 2013

Ho imparato a godermi le cose!

Ho imparato.... 
che nessuno è perfetto. 
Finché non ti innamori. 

Ho imparato... 
che la vita è dura... Ma io di più!!! 

Ho imparato... 
che le opportunità non vanno mai perse. 
Quelle che lasci andare tu... le prende qualcun altro. 

Ho imparato...
che quando serbi rancore e amarezza
la felicità va da un'altra parte.

Ho imparato...
che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.

Ho imparato...
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.

Ho imparato...
che quando tuo figlio
appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno....
ti ha agganciato per la vita.

Ho imparato...
che tutti vogliono vivere in cima alla montagna....
Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.

Ho imparato....
che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta.

Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.

Ho imparato....
che meno tempo spreco...
più cose faccio.



Ho imparato che bisognerebbe usare sempre parole buone...
Perché domani forse si dovranno rimangiare.  
Ho imparato a godermi le cose!
Ho imparato ad accettare le sconfitte, le delusioni.
Ho imparato che non importa quanto sia buona una persona,
ogni tanto ti ferirà.
Per questo bisogna che tu la perdoni.
Ho imparato che ci vogliono anni per costruire la fiducia,
e pochi secondi per distruggerla.
Ho imparato che non dobbiamo cambiare amici
se comprendiamo che gli amici cambiano.
Ho imparato che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi,
ma noi siamo sempre responsabili di noi stessi.
Ho imparato che la pazienza richiede molta pratica.
Ho imparato che ci sono persone che ci amano,
ma semplicemente non sanno come dimostrarcelo.
Ho imparato che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai,
è invece una di quelle poche che ti aiuteranno ad alzarti.
Ho imparato che solo perché qualcuno non ti ama come vorresti,
non significa che non ti ami con tutto sé stesso.
Ho imparato che non si deve mai dire ad un bambino che i sogni sono sciocchezze,
sarebbe una tragedia se lo credesse.
Ho imparato che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno,
nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Ho imparato che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si sia spezzato,
il mondo non si ferma aspettando che lo ripari. ...
E dopo tutto ciò,
avrò imparato a vivere? --
Anonimo

domenica 6 gennaio 2013

E forse luoghi della notte... sono anche i cuori.


Come è bello pensare che tante stelle nascoste ci sono nei cieli più lontani, nelle culture più lontane, nelle religioni più lontane, nei paesi più lontani. E dietro quelle stelle uomini e donne in cammino.
E forse luoghi della notte e delle stelle non sono solo i paesi e le città delle nostre cartine geografiche, ma sono anche i cuori. Notti segrete e bagliori improvvisi avvengono nei cuori. Stelle che si accendono dentro i sogni, dentro i desideri, dentro i trasalimenti. E tu hai una percezione, come un segnale. E senti di doverti mettere in cammino.
Avviene anche che chi ti vede partire -uomo del realismo- ti guardi con occhi sospetti: "Ma come! Tu credi a queste percezioni, tu credi a queste corrispondenze con il tuo desiderio, con il tuo sogno?".  Angelo Casati