sabato 1 dicembre 2012

non è un libro qualsiasi


La Bibbia è davanti a te: 
non è un libro qualsiasi
ma il libro che contiene la Parola di Dio:
attraverso di essa, 

Dio vuole parlare a te oggi, 
personalmente.
LEGGI 

attentamente, 
cerca di 
ASCOLTARE 
con tutto il cuore e l’intelligenza.
RIFLETTI 
con la tua intelligenza, 
INTERPRETA 
la Scrittura con la Scrittura.
RILEGGI, RUMINA 
le parole nel tuo cuore.
Lasciati STUPIRE, attrarre dalla Parola.

Ora, ripieno di Parola di Dio, 
PARLA al tuo Signore 
o meglio RISPONDI a Lui.
E’ il momento 
della LODE, del RINGRAZIAMENTO, dell’INTERCESSIONE.
Ora CONTEMPLA 

cioè guarda a tutto e a tutti con gli occhi di Dio.
CONSERVA NEL CUORE 

la Parola ricevuta come Maria, la donna dell’ascolto.
CUSTODISCI, RICORDA, RICHIAMA 

la Parola nelle diverse ore del giorno.
Ascoltare è OBBEDIRE: 

impegnati dunque 
a REALIZZARE la Parola di Dio.
(Enzo Bianchi)

venerdì 30 novembre 2012

La chiesa che siede al pozzo, una chiesa mai stanca dell’umanità, mai stanca della compagnia degli uomini e delle donne del nostro tempo

Confidiamo nello stile di Gesù. 
Quello al pozzo di Sicar, nell’incontro con la donna samaritana. 
Non ci spetterebbe di sconfinare, come Gesù ha sconfinato
Prese quel giorno non la strada dritta, la tradizionale, per recarsi in Galilea. 
Deviò, sconfinò in terra di gente che nel giudizio del suo popolo aveva fama di razza religiosamente bastarda, popolo stupido agli occhi dei puri. 
Non dovremmo sconfinare anche noi e anziché parlare dalle cattedre, sedere al pozzo nell’ora più calda del giorno? 
Al pozzo di Sicar traspira la tenerezza di un amore più forte di ogni pregiudizio. Invece noi siamo lontani, lontanissimi dall’aver imparato la lezione del pozzo di Sicar. 
Di questo Gesù che passa i confini
il confine 
tra ortodossi e non ortodossi, 
tra puro e impuro, 
tra un monte dell’adorazione e un altro monte antagonista. 
Quale chiesa può far pulsare un fiotto di vita nelle vene dell’umanità? 
La chiesa 
che siede al pozzo, 
una chiesa mai stanca dell’umanità, 
mai stanca della compagnia degli uomini e delle donne del nostro tempo, 
una chiesa che parla sottovoce, come il rabbì alla donna del pozzo, 
una chiesa che sa chiedere un po’ d’acqua confessando il suo bisogno, 
una chiesa che parla delle cose della vita, 
una chiesa che non invade le coscienze, 
che fa emergere pazientemente le attese del cuore, 
scavando nel bene che rimane comunque in ogni cuore. 
Con che volto accostiamo l’altro, con che occhi lo guardiamo? 
Ci abita, dentro, lo sguardo del rabbì del pozzo per la donna samaritana? 
E sappiamo sognare, come faceva lui, il maestro? 
(don Angelo Casati)

giovedì 29 novembre 2012

che l’impossibile diventi possibile

La speranza è la fede che l’impossibile diventi possibile. 
Dicono i rabbini che il Mar Rosso si aprì davanti al popolo che fuggiva dall’Egitto quando il primo ebreo vi mise dentro il piede, non già che videro il mare asciutto quindi vi avanzarono dentro ma mescolando fede e speranza, speranza e incoscienza misero il piede nell’acqua e in quel momento preciso l’acqua si aprì davanti a loro, davanti alla loro speranza. Se non ci aspettiamo l’impossibile non lo raggiungeremo mai. 
La speranza è la fede nella possibilità dell’impossibile.
 (Ermes Ronchi)

mercoledì 28 novembre 2012

forse ne hai abbastanza

Penso, o Signore,
che tu forse ne hai abbastanza
della gente che sempre parla di servirti con piglio di condottieri,
di conoscerti con aria di professori,
di raggiungerti con regole sportive,
di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato.
Un giorno in cui avevi voglia di altro,
hai inventato S. Francesco e ne hai fatto il tuo giullare;
lascia che noi inventiamo qualcosa
per essere gente lieta che danza la propria vita con te.
(Madeleine Delbrêl)

martedì 27 novembre 2012

La gioia diventa un compito e la tristezza, l’ingiustizia, nemici da combattere


Tutte le cose di cui abbiamo veramente bisogno
ci possono venire soltanto come dono.
(Thomas Merton) 
… il Natale ce lo insegna, ogni anno.
Se io mi sono fatto uomo, dice il nostro Dio a ciascuno di noi è perché ognuno di voi diventi più uomo e più umano. Chi ama arriva per primo, i suoi passi arrivano prima. Così è stato per Dio: i suoi passi sono passi d’amante che arrivano sempre per primi. Da Lui siamo invitati ad imparare il suo stile, a fare il primo passo.
Lo stile di Dio, lo stile dell’Incarnazione invitano i cristiani alla tenerezza, alla solidarietà, alla speranza, all’amore concreto e significativo per l’uomo.
La gioia diventa un compito e la tristezza, l’ingiustizia, nemici da combattere, perché un cristiano non può restare impassibile, indifferente davanti alla sofferenza di tanti: il Natale non ce lo permette.
don Mirko Bellora

lunedì 26 novembre 2012

Quando si ama veramente, le si pensa tutte.

Spesso sul mistero dell'incarnazione si consumano giorni e anni a discutere come un Dio possa farsi uomo, non dico che non serva, ma forse, per come sono fatto io, mi è più caro invece sostare alla buona notizia: che Lui abbia cancellato la distanza, che Lui a uno come me, che non sono uomo di scalate spirituali, non abbia chiesto di scalare i cieli per toccarlo, ma che sia sceso Lui a toccarmi, a toccarmi nella mia carne, nella mia umanità. È notizia da stupore. Quando la ricordo mi mette gioia e mi mette in movimento, proprio su questa terra. Rallègrati per questa pensata di Dio, per questa sua fantasia. Fantasia per sovraccarico di amore. Quando si ama veramente, le si pensa tutte. Dio è arrivato a pensare questo: l'incarnazione. (don Angelo Casati)

domenica 25 novembre 2012

far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo


“Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici.”

— Daniel Pennac