lunedì 31 dicembre 2012

Il primo passo verso l’amore è allora quello di essere fiduciosi che c’è


Il mio regalo di fine anno per le persone che mi stanno vicino e sono alle prese con l'amore.
"Portavo nel cuore un’ideale di amore incommensurabile, fatto di certezze nobili e di gesti sproporzionati.
Non lo avevo imparato dai libri di letteratura, ma lì lo ritrovavo ed è per questo che mi ci ero ambientato così bene.
Se rileggo il cammino amoroso che si sviluppò da allora, più che passi lenti, ci trovo brevi ascese e sonori scivoloni.
Conoscere una donna e innamorarsene era naturale, non altrettanto attaccarle addosso quell’ideale che la proiettava fuori dalla realtà.
Quando una storia finiva il sogno restava lì, appeso sul nulla.
Ed era un dramma. Il male di vivere, appunto.
Se tornassi indietro, spruzzerei volentieri su quegli anni un po’ di spensieratezza. Non potendo farlo, me li tengo come prezioso serbatoio di esperienza.
L’insegnamento più importante che ho ricevuto è che non ci serve nessuna idea dell’amore. Anche la più pulita e sincera è sbagliata. Perché, come l’aria, l’amore entra dove gli si crea spazio,
non dove lo si occupa.
L’amore non lo produciamo, non è una facoltà di cui siamo più o meno dotati: l’amore è energia che non possiamo sviluppare da soli, ma solo quando usciamo dal nostro isolamento. Quello che possiamo fare è solo creare delle condizioni.
E, paradosso, queste condizioni non sono affatto di mostrarci onnipotenti e invincibili,
ma autentici e vulnerabili. L’amore ha bisogno di reciproca accoglienza e l’accoglienza
è possibile solo nella nudità, nella verità e nel rischio.
Altro non so dire. E anche queste parole non servono poi a molto se il nostro vivere quotidiano non ne consegue. Non viaggiamo al buio, questo no. La vita ci lascia tracce evidenti del calore, della luce, della gioia che l’amore produce. Sono gesti delicati, sono frammenti di coraggio, sono silenziose attenzioni.
Il primo passo verso l’amore è allora quello di essere fiduciosi che c’è, che c’è anche quando non si manifesta, quando ci sono buio e fatica.
E, soprattutto, che c’è quando smettiamo di pensare che possiamo essere autosufficienti, padroni del nostro destino.
Certo, le nostre qualità umane possono permettere a ciascuno di noi di creare tante cose.
Ma l’amore no.
L’amore nasce solo da un’esposizione alla vita e alle sue creature.
Quello che possiamo fare è creargli spazio, è propiziarlo.
È sperare che accada, a ciascuno di noi, ciò che descrive una poesia di Luciano De Giovanni, lunga un solo verso: “Mentre ti coglievo, fiore, tu hai colto me”." 
Massimo Orlandi

1 commento:

  1. Avevo già letto questo tuo intervento e ancora altri che sembravano parlare proprio a me. Anche se sembro pessimista a livelli cosmici e leopardiani, in fondo -forse molto in segreto- conservo comunque la speranza e la fiducia che l'amore esista, semplicemente nella voglia di vivere di tutti i giorni, nelle cose che faccio, nel tempo e nell'energia che impiego anche nelle piccole cose, e nel non chiudermi alla delusione, perchè si sa, è solo un momento passeggero. Come in tutte le cose della vita ci sono alti e bassi che si ripetono, bisogna ammetterlo e avere la coscienza di portare pazienza. Mi ha commosso la storia dello studente, era ciò di cui avevo bisogno per rincuorarmi lo spirito. Grazie ancora.

    RispondiElimina