venerdì 10 febbraio 2012

perde un po’ di tempo all’ombra d’un bell’albero, sull’erba, vicino ad una fonte d’acqua viva

il Manzoni, nel capitolo XXII del romanzo, introducendo la figura di Federigo, ricorre a una similitudine che infonde nel lettore un sentimento di calma e di pace tranquilla. «A questo punto della nostra storia, noi non possiamo fare a meno di non fermarci qualche poco, come il viandante, stanco e tristo da un lungo camminare per un sentiero arido e selvatico, si trattiene e perde un po’ di tempo all’ombra d’un bell’albero, sull’erba, vicino ad una fonte d’acqua viva. Ci siamo imbattuti in un personaggio...»
La similitudine dell’ombra dell’albero e della fonte, gli fu evidentemente suggerita da un passo della quinta lezione di Eloquenza — un corso su Socrate — che il Monti tenne all’Università di Pavia nel 1803. «Coloro che d’estate viaggiano per discoperte e arse campagne, se incontrano lungo la via un qualche bell’albero pieno d’ombra, ringraziano la fortuna e, stesi sull’erba, si ristorano del loro penoso cammino, per riprenderlo quindi più rinfrancati e allegri. E noi pure viaggiamo per campi arenosi e sterili; e poiché oggi la sorte ci presenta una bella pianta e un bel fonte a cui rinfrescarci — la compagnia di un grandissimo personaggio — io credo che faremmo cosa da stolti se non ci arrestassimo a godere di questa gioconda ventura». 

Cesare Angelini 

Nessun commento:

Posta un commento