mercoledì 1 febbraio 2012

la capacità di fidarsi di Dio in qualunque circostanza è sempre indice di un grado di santità non indifferente


Mi piace riportare parte del commento di don Vincenzo Cuffaro alla prima lettura  (2Sam 24,2.9-17della liturgia della messa odierna IV tempo ordinario (B).
Questo testo riporta un altro momento in cui viene alla luce l’umanità fragile di Davide, e questa sua fragilità si manifesta in un bisogno di sicurezza umana: ad uno dei suoi generali, Joab, ordina di fare il censimento del popolo, ma la sua intenzione non era quella di conoscere il numero esatto degli abitanti per ogni città, bensì di sapere quanti uomini valorosi e capaci di maneggiare una spada ci fossero nel suo popolo. Davide sembra aver dimenticato l’episodio della sua vittoria su Golia, sconfitto quasi senza armi; sembra aver dimenticato come Dio abbia fermato al momento opportuno tutte le minacce che si avanzavano contro di lui. Anche in questo caso, come nel peccato compiuto precedentemente con la moglie di Uria, egli se ne rende conto solo a cose fatte. E ne chiede perdono immediatamente... 

Sapientemente ci fa notare che:

Il peccato produce due effetti, lo stato di colpa e i disordini personali e sociali che ne sono una conseguenza.

La colpevolezza viene cancellata immediatamente da Dio nell’atto del pentimento, ma rimangono i danni che il mio peccato ha arrecato a me stesso e agli altri; rimangono le macerie che il mio peccato personale ha prodotto intorno a me e dentro di me. Il cammino di conversione è il processo di ricostruzione di tali macerie con l’aiuto potente della grazia.
Anche in questo caso, la coscienza del peccato è data dal ministero della parola :


Ecco perchè dobbiamo non solo confrontarci con la Parola ma non smettere mai di annunciarla, conoscendo e e confidando nella sua esclusiva forza (grazia) intrinseca

 attraverso il veggente Gad, Dio rivela a Davide che il peccato gli è stato perdonato, ma che c’è pure un cammino di risalita e di espiazione che egli deve compiere; Davide, veramente illuminato dallo Spirito, sceglie la via migliore tra quelle propostegli dal profeta: lasciare che sia Dio stesso a operare su di lui la giusta espiazione.

Da qui ci fa capire la Grandezza  (santità) di Davide che diviene nostro esempio

In questo Davide dimostra di nuovo la sua statura di uomo di Dio. Va notato che egli non ha bisogno di sentirsi a posto davanti a Dio per affidarsi alle sue mani. E’ relativamente facile abbandonarsi al volere di Dio, quando ci si sente innocenti; verrebbe invece di scappare dalla sua divina presenza, quando ci sentiamo colpevoli. In questa occasione, Davide dimostra invece – e qua si vede la sua santità – di essere capace, nonostante la colpevolezza che grava su di lui, nonostante il suo peccato personale, di abbandonarsi al Signore fiduciosamente. Atteggiamento impossibile senza un grande livello di santità: egli non fa leva su se stesso, perché si sente in uno stato di manchevolezza, ma si affida al Signore senza riserve, perché sa che la misericordia di Dio è grande e che il suo giudizio è perfetto. In ogni caso, la capacità di fidarsi di Dio in qualunque circostanza è sempre indice di un grado di santità non indifferente.
Il Signore dispone quindi le cose, perché Davide possa riparare i danni conseguenti a quel peccato che già gli era stato perdonato. Qui va notato anche un altro fatto importante: l’espiazione del peccato di Davide colpisce lui in prima persona, ma colpisce anche degli innocenti. Ciò potrebbe meravigliare il lettore e perfino sembrare in contrasto con il senso della giustizia divina. Ma ogni stupore cessa, nel momento in cui si considera che Davide è un uomo a cui Dio ha affidato le sorti del popolo: necessariamente, i suoi sbagli sono destinati a ribaltarsi su tutti coloro che sono affidati al suo governo. Essi saranno felici se le sue scelte saranno sagge, ma pagheranno, in misure diverse, lo scotto dei suoi errori. Questa è una verità che riguarda ciascuno di noi nel suo ruolo proprio: i genitori nei confronti dei figli, il parroco nei confronti della sua comunità, il vescovo nei confronti della sua diocesi, gli uomini politici nei confronti della nazione.  

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