sabato 10 dicembre 2011

conversazione d'una mente


Solitudine, se vivere devo con te,
sia almeno lontano dal mucchio confuso
delle case buie; con me vieni in alto,
dove la natura si svela, e la valle,
il fiorito pendio, la piena cristallina
del fiume appaiono in miniatura;
veglia con me, dove i rami fanno dimore,
e il cervo veloce, balzando, fuga
dal calice del fiore l'ape selvaggia.
Qui sarei felice anche con te. Ma la dolce
conversazione d'una mente innocente, quando le parole
sono immagini di pensieri squisiti, è il piacere
dell'animo mio. E' quasi come un dio l'uomo
quando con uno spirito affine abita in te.
                                                              (John Keats)

venerdì 9 dicembre 2011

hanno trasformato in specchi le loro finestre


Un po' d'argento

"Rabbì, che cosa pensi del denaro?" chiese un giovane al maestro.
"Guarda dalla finestra", disse il maestro," cosa vedi?".
"Vedo una donna con un bambino, una carrozza trainata da due cavalli e un contadino che va al mercato".
"Bene. Adesso guarda nello specchio. Che cosa vedi?".
"Che cosa vuoi che veda rabbì? Me stesso, naturalmente".
"Ora pensa: la finestra è fatta di vetro e anche lo specchio è fatto di vetro. Basta un sottilissimo strato d'argento sul vetro e l'uomo vede solo se stesso".
Siamo circondati da persone che hanno trasformato in specchi le loro finestre. Credono di guardare fuori e continuano a contemplare se stessi.
Non permettere che la finestra del tuo cuore diventi uno specchio. (Bruno Ferrero)

giovedì 8 dicembre 2011

Guai se si perde la speranza nella nostra forza


Il 9 aprile 2009 Alda Merini partecipa al Chiambretti Night. Siamo nei giorni del terremoto de L’Aquila. Mi sono venute in mente dopo i fatti di Bangkok, della Liguria e della Toscana, ma anche di Haiti, del Giappone…
“La natura sarà arrabbiata con noi. Dio è con noi anche nel dolore, ma noi non possiamo capirlo. Noi non abbiamo gli strumenti per capire la volontà di Dio […] Anch’io sono stata ‘terremotata’ da un manicomio all’altro. Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto. Anche nel dolore bisogna saper vincere. In questi momenti di tragedia la forza del poeta può aiutare: lui che ha subito, che ha saputo magnificare il dolore credo che serva da esempio per chi è colpito. La mia ignoranza di poeta e di donna non capisce il male. Mi rifiuto. Il silenzio non deve essere un silenzio mortale, ma di rinascita; un silenzio di compassione, ma non di sconvolgimento totale. Guai se si perde la speranza nella nostra forza”.

mercoledì 7 dicembre 2011

com'e' dolce sapere che esisti


Ciascuno di noi ha un angolo segreto dove rifugiarsi quando le pioggie flagellano la pianura o il vento abbatte anche gli alberi piu' robusti. E' un luogo nascosto nel cuore dove risiedono i desideri e i sogni, dove e' possibile immaginare, sopportare le avversita', aprire l'animo al sorriso.
Per scoprire questo giardino che e' alla portata di tutti, dei poveri e dei ricchi, dei saggi e degli sprovveduti, bisogna avere radici profonde come una pianta per superare i temporali, ma anche possedere rami alti che ad ogni primavera si riempiano di fiori e foglie nuove.
(tratto da "com'e' dolce sapere che esisti" di R. Battagia)

martedì 6 dicembre 2011

Io mi modifico incessantemente

"Non darmi, ti prego, un'etichetta fissa che sia impossibile togliermi di dosso. Io mi modifico incessantemente, sul ritmo delle mille situazioni in cui mi mette la vita di ogni giorno. Avvicinati quindi a me con stupore e meraviglia, e studia il mio viso, le mie mani, la mia voce per scorgere in essi i segnali del mio cambiamento: perche' non c'e' dubbio che da ieri ad oggi io sia cambiato. Ma anche se questo lo riconosci, puo' accadere che io abbia paura a dirti chi sono."
 - John Powell -

lunedì 5 dicembre 2011

Oltre



Oltre ogni notte c'è l'aurora,
oltre ogni sconfitta c'è il riscatto,
oltre ogni fatica c'è il risultato,
oltre ogni distacco c'è un nuovo incontro,
oltre ogni fine c'è trasformazione e rinascita,
 oltre ogni morte c'è Risurrezione.
- Sergio Messina -


Ogni male a cui non soccombiamo diventa un benefattore... Fratelli miei, Dio esiste. C'è un'anima al centro della natura e al di sopra della volontà di ciascun uomo, così che nessuno di noi possa danneggiare e imbrogliare l'universo... l'intero corso delle cose ci insegna la fede. Dobbiamo solo obbedire. Esiste una guida per ognuno di noi, e ascoltando con umiltà udiremo la parola giusta.
- R. W. Emerson - 

domenica 4 dicembre 2011

Non ho più paura.


Non ho più paura.
Possono soffiare venti e sferzare tempeste
ma so che la barca giungerà a riva
perchè là tu mi stai aspettando.
Non ho più paura.
Posso smarrire la via del bene
confuso tra mille richiami
e tradito da falsi profeti
ma so che la vita dispenserà i suoi frutti,
perchè tu sei fedele al tuo amore.
Non ho più paura.
Posso urlare la mia disperazione
quando la morte assalta i confini
e porta lontano chi amo
ma so che altrove,
nel tuo silenzio,
c'è lo spazio infinito dell'amore.
Non ho più paura.
Non posso temere l'ignoto
qualsiasi forma lo rappresenti
perchè conosco il tuo abbraccio paterno
e so che nel viaggio più lontano
sarò come un figlio nel grembo di sua madre.
(da "Avvenga secondo la vostra fede" di S. Messina e P. Raimondo)
O Signore, com'è difficile accettare la tua via!
Tu vieni a me come un piccolo e debole bambino
nato lontano da casa sua.
Tu vivi per me come uno straniero nella sua terra.
Tu muori per me come un criminale fuori delle mura della città,
reietto dal tuo stesso popolo, frainteso dai tuoi amici
e sentendoti abbandonato dal tuo Dio.

Mentre mi preparo a celebrare la tua nascita,
cerco di sentirmi amato, accettato e a casa mia in questo mondo,
e cerco di vincere i sentimenti di alienazione e di separazione
che continuano ad assalirmi.
Mi chiedo, però, se il mio profondo senso di non avere una casa
non mi porti più vicino a te
dei miei occasionali sentimenti di appartenenza.
Dove celebro veramente la tua nascita?
Nell'intimo della casa o in una casa straniera,
fra amici accoglienti o fra stranieri sconosciuti,
con sentimenti di benessere o con sentimenti di abbandono?

Non devo sfuggire alle esperienze che sono più vicine alle tue.
Come tu non appartieni a questo mondo,
così io pure non appartengo a questo mondo.
Ogni volta che sento così, ho l'occasione di essere grato
e di abbracciarti meglio
e di gustare più pienamente la tua gioia e la tua pace.

Vieni, Signore Gesù, e sta' con me laddove mi sento più povero!
Confido che questo sia il luogo dove troverai la tua mangiatoia
e porterai la tua luce.
Vieni, Signore Gesù, vieni!
Amen!

( HENRI J. M. NOUWEN, "In cammino verso l'alba", Ed. Queriniana )