domenica 18 dicembre 2011

sempre pronto a giudicare, a criticare, a lamentarmi


Come va la mia vita?
Come va la mia vita?
Di cosa mi sto nutrendo?
E’ questa la domanda che mi inviti a pormi oggi, Signore.
E’ vero: noi diventiamo quello che abbiamo mangiato.
E se funziona con gli alimenti,
ancor di più con il “cibo” mentale e spirituale.
Mi nutro di “gossip”, di scandali e pettegolezzi,
lontani o vicini, televisivi o lavorativi?
Allora sarò sempre pronto a giudicare, a criticare, a lamentarmi.
Mi nutro di “oggetti”,
di cose da consumare,spesso usa e getta,
con un bisogno continuo di novità?
Allora dovrò rifornirmi abbondantemente di moneta contante,
passando sopra altre esigenze: il rispetto e l’aiuto degli altri,
il giusto riposo, il valore del gratis.
Mi nutro di “fantasie”,
di mondi virtuali, di giochi e bellezze
che non potrò mai stringere, toccare, vivere?
Allora mi chiuderò nel mio isolamento, sarò lontano
dagli occhi e dal cuore della realtà.
Mi nutro di “droghe”,
di scorciatoie e illusioni, di farmaci che potenziano le mie forze?
Allora avrò imparato a barare, e non potrò più farne a meno,
anche quando il mio fisico ne chiederà il conto.
Mi nutro di “pensieri negativi”,
al telegiornale dei reati e delle violenze,
concludendo che il mondo è marcio
e non ci si può più fidare di nessuno?
Allora sarò triste e prevenuto,
e avrò una sponda per giustificare le mie meschinità.
Ecco perché ho bisogno di te.
Alla mensa del tuo Corpo tutto svanisce,
lasciando spazio all’assenza di giudizio,
al primato dei valori umani a quelli materiali,
alla realtà e alla lealtà,
al rispetto della vita, alla fiducia nell’amore.
Mi dici che è questo che salva il mondo,
qualche volta fruendone con gioia,
altre valicandolo per entrare nell’eterno.
Tratto da “Avvenga secondo la vostra fede”  S. Messina e P. Raimondo – Effatà Editrice

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