domenica 18 settembre 2011

Non abbiamo gli occhi di Dio


Il lamento non viene solo dal fatto che si è mercenari e si fa di tutto -della vita- una questione di soldi, ma viene anche da questa insofferenza: non si sopporta che gli altri siano "fatti uguali"a noi, vogliamo che ci siano le distinzioni, "come se" -scrive un commentatore- "un denaro - il tuo denaro!- per il semplice fatto che è concesso ad altri, valesse meno".
C'è questa -come non chiamarla- insensatezza: "abbiamo bisogno che gli altri ci invidino, per essere sicuri di valere qualcosa ai loro occhi" (G.Angelini).
La parabola svela impietosamente questi meccanismi segreti del cuore umano, le nostre grettezze, le nostre invidie, le nostre gelosie, le nostre meschinità, il nostro "occhio" -dice il testo greco- il nostro "occhio malvagio", perché alla fin fine è una questione di occhi. "Il tuo occhio é malvagio perché io sono buono?" dice il padrone ai servi della prima ora.
Non abbiamo gli occhi di Dio. Non abbiamo gli occhi di Dio se l'uguaglianza per noi fa problema, se siamo per le sperequazioni.
Abbiamo gli occhi di Dio se sappiamo godere ogni volta che un fratello, una sorella, un altro popolo ritrova la sua dignità, la dignità che abbiamo noi. E ne ringraziamo Dio. Angelo Casati

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