domenica 21 agosto 2011

è questo niente che vi spaventa


Due parole vi fanno venire la febbre. Due parole vi inchiodano al letto. Cambiare vita. Ecco la meta. E’ chiara, semplice. Ma la strada che conduce alla meta non la si vede. La malattia è l’assenza di una strada, è l’incertezza della via. Non si è di fronte a un dilemma, vi si è dentro. Siamo noi stessi il dilemma. Una nuova vita è ciò che si vorrebbe, ma la volontà, appartenendo alla vecchia vita, non ha forza alcuna. Si è come quei fanciulli che tendono una biglia nella mano sinistra e non lasciano la presa finché non son certi di avere in cambio una moneta nella mano destra: si vorrebbe una vita nuova, ma senza perdere la vecchia. Si vorrebbe non conoscere l’istante del passaggio, l’ora della mano vuota.
Ciò che vi rende malati è l’approssimarsi di una salute più grande della salute ordinaria, con essa incompatibile. Ma si continua a resistere. Tutto vi trattiene, la madre, gli amici, le giovani dame. Non la si ama più questa vita, ma almeno si sa di che è fatta. Se la si lascia, vi sarà un momento di cui non si saprà più niente. Ed è questo niente che vi spaventa. E’ questo niente che vi fa esitare, brancolare, balbettare, ed infine tornare alle vecchie strade.
Christian Bobin (Francesco e l’infinitamente piccolo, San Paolo 1994, p. 44)

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