lunedì 1 agosto 2011

come chi sa che non vale la pena affannarsi

In chiesa, come a un funerale

Amico, per caso hai disimparato a correre? Ti vergogni, adducendo come pretesto il fatto che non sei più un ragazzino, e che certe cose sono disdicevoli per un uomo posato?
Sei diventato anche tu saggio, prudente, controllato, come chi sa che non vale la pena affannarsi, bisogna abituarsi alla morte?
Anche tu vai in chiesa col tuo passo abituale, tranquillo, un po' legnoso, disposto ad assistere a una calma liturgia, ad ascoltare un sermone rassicurante.
C'è gente che va a "fare Pasqua", o si reca abitualmente in chiesa, magari tutti i giorni, come si va a un funerale. Con una certa compostezza, compunzione, cercando di darsi un certo contegno, assumere una certa aria perbene, apparire cortese, garbata.
Non succede niente. Tutto in ordine, previsto, regolamentato. Nessuna sorpresa.

Lasciarsi portare via Dio

Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto... (v. 13).
Maria di Magdala deve accettare, prima di tutto, di perdere il suo Signore. Paradossalmente, per trovare veramente Dio, bisogna perderlo.
Amico, lasciati portare via il tuo Dio triste.
Non contribuire anche tu a mettere in circolazione l'immagine di un Dio triste, di una Chiesa cupa e severa, di un cristiano mesto e annoiato.
Lascia che altri vadano a trovarlo, con passo lento e ritmato, al cimitero...
Tu, come Maria di Magdala, apriti alla sopresa di un Dio "irriconoscibile" rispetto a quello del passato. 
Alessandro Pronzato

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