giovedì 26 maggio 2011

non varcare la soglia della disperazione

PREMESSA
La superstizione di consigliare ci annega in dottrine, contraddittorie, complementari, sempre superflue. Non sappiamo fare un passo senza edificare trenta teorie, smentirne altrettante e porre le fondamenta per un gran numero di altre; non esiste superficie tanto scivolosa alla quale non riusciamo ad attaccarvi la corrispondente etichetta...

Fernando Savater
Ultimo desembarco / Vente a Sinapia


AIUTO
Grande consolazione è il sapere che il mondo sta tutto nei libri, nella loro presenza fisica. "Noi non sappiamo - scrive Andrea Zanzotto - se esiste un paradiso, ma sappiamo che esiste il Paradiso scritto da Dante, e quello c'è di sicuro; è là per tutti, basta che si abbia l'amorosa e paziente volontà di entrarci".

Gianluigi Beccaria
Per difesa e per amore



NULLA ERA ANDATO PERDUTO
Per un possibile discorso 
che facemmo (e "memoria" lo chiamasti per farmi capire) 
tutto si aprì di fronte a me.
La temperie del vento frantumò i cristalli
e ci trovammo rapidi a sparire 
per gli scoscesi destini del mondo.
Dall'apertura del cielo si rappresela coscienza del nostro sentimento

e trasalimmo nel riconoscere che nulla
era andato perduto di ciò che ci aveva creati.
Scendemmo allora quel sentiero mille volte percorso

e quieti ci incamminammo nella sera
che sapeva di timo e gelsomino
ma più di noi, 
amanti e amati dal silenzio.

Saint-John Perse
da Amersora in Œuvre poétique



NON volgere la mente verso le plaghe imperdonate e imperdonabili
Credo sia possibile vivere un'altra vita, basta non farsi irretire dal tarlo del rimpianto. Cioran parlava del rimpianto come di una speranza invertita. Per una volta non sono d'accordo con il Maestro. Non c'è alcuna traccia di speranza nel rimpianto: ma solo un decadente - e a tratti autocompiaciuto - volgere della mente verso le plaghe imperdonate e imperdonabili di ciò che si sarebbe voluto fare e non si è fatto...
Amen.




Uomo, presta orecchio!
Che dice la profonda mezzanotte?
"Dormivo, dormivo,
da un profondo sonno mi sono svegliata.
Profondo è il mondo,
più profondo di quanto il giorno pensasse.
Profondo è il suo dolore.
Gioia: ancora più profonda del dolore.
Dice il dolore: 'Passa!'
Ma ogni gioia vuole l'eternità
vuole la profonda, più profonda eternità..."


Friedrich Nietzsche

All'inizio vagabondai per la vita
a causa di un amore infelice:
mantenni però in me un minuto foglio di quarzo
e fu grazie ad esso che puntai gli occhi sull'esistenza.
Acquistai gentilezza
pur recandomi spesso al mercato del desiderio
non mancando di bere l'acqua scura dell'invidia,
quell'astio che tanto spesso trasforma noi uomini
in maschere di paura.
Mi sommersi nella melma marina
dove quel fiore, il giglio, di colpo
parve fagocitarmi nel breve volgere di un'onda.
Lì appoggiai il mio piede
mentre il mio spirito slittava pericolosamente
verso il morso dell'abisso.
E' così che nacquero i miei primi versi
è così che li riscattai dalle erbe velenose,
che li brandii contro la solitudine
quasi fossero una colpa da espiare
o tutto ciò che mi restava da opporre
al fiore dell'immoralità.
In questo modo, solitario come l'acqua scura
che emerge da abissi profondi,
passai di mano in mano
nella solitudine di ogni mio simile,
vincendo l'odio e l'invidia di ogni giorno.
Imparai che così vivevano altri uomini,
coperti a metà dal mio stesso fango,
come creature del più strano dei mari,
quello che dal pantano della vita
ci conduce alla morte.
La morte che ci spalancherà strade e portoni.
La morte che - con noi - scivolerà sui muri.

Pablo Neruda
Il poeta
da Canto general


Mi sono servito di testi postati http://akatalepsia.blogspot.com/2008_06_01_archive.html
solo la collocazione spaziale e i titoli sono miei.
Di fronte all'urlo che ti lacera vi è un maldestro tentativo di coprirlo di parole. L'hai soffocato chiudendogli la porta in faccia con gentili scuse. Ma invano.
Devi arrenderti alla coscienza del sentimento che s'è fatto tuo.
Parlare non è necessario, necessario è ascoltare.
Non c’è altro peccato, ti dico, che l'impazienza. 
Bisogna dunque riuscire a sentire se il nostro è un tentativo di perdersi o se prevale invece il desiderio di trovarsi. 
Sospendo il giudizio per non usare violenza.
Per ora non lo so, non me ne rendo conto, e forse neanche tu. 
Ma ti prometto che ci penserò. 
Con calma e senza illogiche impazienze...
Vorrei solo che questa mia promessa fosse un caldo abbraccio.
Nel frattempo...sappiamo che esiste il Paradiso scritto da Dante, e quello c'è di sicuro; è là per tutti, basta che si abbia l'amorosa e paziente volontà di entrarci.

Nessun commento:

Posta un commento