sabato 28 maggio 2011

mi è cara questa dimensione umbratile della vita

Angelo Casati
Non perdiamo tempo a fare lamento sulla notte e sulle ombre. Sarò un bastian contrario, ma mi è cara questa dimensione umbratile della vita e vorrei pregare Dio che me ne lasciasse una qualche misura, anche nell'al di là.
Ricordo che in un vespero, in faccia a monti che amo, stupito dal lento intenerirsi del cielo, mi venne di pregare:
"E se sarà un giorno
luce piena nel tuo regno,
non negare, o Dio,
a questi poveri occhi
il crepitare segreto
delle ombre.
Abito città
dove il sole
è sempre già alto".
Anche la notte non è immobile, anche le ombre non sono ferme. Può sembrare un pensiero bizzarro, ma forse non lo è del tutto se il cardinale Martini, nella prefazione al suo libro-intervista
"Conversazioni notturne a Gerusalemme", riferendosi al fatto che quelle conversazioni tennero le ore della notte, dice:
"di notte le idee nascono più facilmente che nella razionalità del giorno".
Capite, notte come grembo.
Grembo dice nascita, dice vita, e non stanca ripetizione.
Perché non avere occhi, dunque, per il crepitare segreto delle cose?
È vero, forse si era più tranquilli quando ci si chiudeva in una stanza, la nostra, e si pensava che il cielo fosse contenuto in una stanza. Meno problemi, forse, meno interrogativi, meno spaesamento. Ci si poteva anche concedere il lusso di non pensare. Ma a quale prezzo? A prezzo della negazione dell'oltre dell'orizzonte, a
prezzo dell'impoverimento della visione, a prezzo del soffocamento del brivido della ricerca. Chiusi nella prigione di una verità monolitica e spenta, ma chiusi anche nella stanza purtroppo del proprio risentimento, incapaci di dialogo, incapaci di cuore. Fermi, immobili nel pensiero, quasi bastassimo a noi stessi. Mi ritornano al cuore e me lo aprono, mi aprono cuore e intelligenza, le parole di uno dei più limpidi testimoni cristiani in terra di dialogo, il vescovo Pierre Claverie, che diceva: "Credo in Dio, ma non pretendo di possedere quel Dio. Non si possiede Dio. Non si possiede la verità e io ho bisogno della verità degli altri"

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