lunedì 23 maggio 2011

A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca

«La dottrina del primato della coscienza sulla legge dello Stato» è certamente, scrive con candore don Milani, «dottrina di tutta la Chiesa». Era il 1965. E quello fu anche l’anno della Dignitatis humanae, che in coda al Concilio Vaticano II dichiarava: «Gli imperativi della legge divina l’uomo li coglie e li riconosce attraverso la sua coscienza, che è tenuto a seguire fedelmente... Non si deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza». Ecco: quell’anno fu pensata fino in fondo, e dimostrata possibile, la radicale laicità di un cattolicesimo che veramente avesse voluto rinnovarsi al fuoco dello spirito, o meglio del Vangelo. Se questo pensiero avesse vinto, la storia del nostro paese sarebbe stata diversa, e – per l’influenza della Chiesa – anche la storia del mondo. Perciò è importante capire fino in fondo questo pensiero, che fu invece sconfitto, e poi calunniato, e poi sepolto. ROBERTA DE MONTICELLI 
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 http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/403051/

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