sabato 19 febbraio 2011

ricordare non è la solita attività triste e nostalgica, ma la spinta energica che viene da dietro

Non ho simpatia per il ricordare così com’è inteso normalmente. Il ricordo che per me ha senso è la “memoria viva”, quella ad esempio, nel linguaggio biblico-liturgico è definito come“memoriale” e non “ricordo” di ciò che fu. Se una cosa fu e non è più tanto vale dimenticarla. Anzi non ce n’è bisogno perché è già svanita. Noi ricordiamo le cose che vivono in un modo o in un altro. L’importante è che questa loro vita non appanni la vita, il futuro, il progetto che adesso faccio della mia vita, ma li vivifichi con una sovrabbondanza di senso. Il memoriale, appunto, significa che un evento del passato diventa attivo adesso. Nel memoriale il fatto ricordato è reso presente, e i suoi frutti resi disponibili adesso non come filtro, ma come esperienza viva, pulsante. Allora il tempo si ricapitola, si addensa in un punto, nell’attimo presente che vive degli echi del passato e delle tensioni verso il futuro, restando però se stesso. Cioè vita. E allora ricordare non è la solita attività triste e nostalgica, ma la spinta energica che viene da dietro. A volte anche all’improvviso. 
autore: Antonio Spadaro
http://www.bombacarta.com/2011/01/31/ricordare/#more-13330

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