mercoledì 12 gennaio 2011

Non c'è nulla di più bello che vedere marito e moglie rivolgersi al Padre

«Marito e moglie, pregare insieme apre al mondo»
Pregate insieme ogni giorno, per essere felici voi stessi e per trasmettere la vostra felicità al mondo». È la ricetta semplice, quasi disarmante, annunciata ieri a Valencia da una coppia un po' speciale: Gerard e Marie Christine de Roberty, la coppia responsabile a livello internazionale dell'Équipe Notre Dame, la prima associazione al mondo a dedicarsi in maniera esclusiva alla spiritualità coniugale e familiare.
Era il 1938 infatti, quando padre Henry Caffarel, vicario di una parrocchia parigina, ebbe l'intuizione di mettere a punto un corso di evangelizzazione pensato in maniera specifica per le coppie cristiane. Da allora l'Équipe Notre Dame ha percorso tanta strada in tutto il mondo. Oggi è diffusa in 71 Paesi nei cinque continenti e raggruppa oltre 60 mila coppie. Un bagaglio sterminato di esperienza e di ricchezza umana che ieri è emerso in tutto il suo spessore dalle parole coinvolgenti dei coniugi de Roberty.
Niente psicologia quindi, niente sedute psicanalitiche: per la felicità della coppia basta la preghiera insieme...
«Quando la spiritualità è davvero profonda e sentita, è la migliore medicina per il cuore degli sposi. Cristo è presente in maniera speciale quando gli sposi pregano insieme. Fermandosi insieme in preghiera, marito e moglie non solo rinnovano il loro sì a Dio, ma giungono ad una coesione profonda, ad una spiritualità incarnata, che è il cemento migliore per l'unità della coppia».
Qual è il valore aggiunto della spiritualità coniugale per la vita d ogni giorno?
«La preghiera fa scoprire agli sposi una nuova dimensione della loro vita coniugale e rende abituale a marito e moglie il fatto di essere testimoni di Cristo anche al di fuori della famiglia. La preghiera è la via privilegiata per abbracciare il mondo».
La preghiera può diventare anche strumento privilegiato per la trasmissione della fede, che è il tema al centro di queste giornate di Valencia?
«Assolutamente sì. Pregando insieme, le coppie trasmettono spiritualmente i frutti interiori maturati nella riflessione comune ai loro figli e agli altri familiari. Una coppia che prega insieme davvero, giorno dopo giorno, si vede subito. Ha una marcia in più. Noi ormai abbiamo l'occhio allenato. Quando incontriamo due coniugi uniti in profondità, anche sotto l'aspetto spirituale, trasmettiamo loro le congratulazioni di padre Caffarel. Ce le manda dal paradiso... naturalmente».
Torniamo all'efficacia della preghiera per la trasmissione della fede in famiglia.
«Sì, siamo convinti che sia proprio la strada privilegiata. Soltanto in casa si può preparare ai figli una vita di fede davvero condivisa, profonda, ricca di contenuti. I genitori, per una sorta di osmosi spirituale, trasmettono la fede ai figli facendo in modo che la casa sia un luogo dove ci si aiuta a pregare e ad incontrare il Signore. Ma attenzione: bisogna condividere anche la vita, concretamente, altrimenti le parole servono a poco».
In sostanza la spiritualità degli sposi deve emergere dalla loro stessa vita. Spiritualità incarnata e condivisa, con una sua specificità.
«Certo, anche la modalità concrete della preghiera devono riflettere il "mistero grande" della coniugalità. Gli sposi devono pregare guardandosi in volto, le mani nella mani, condividendo il palpito di ogni espressione. Non c'è nulla di più bello che vedere marito e moglie rivolgersi così al Padre. Sono due, eppure è come se fosse uno. Quando si dice che la famiglia è icona della Trinità - l'ha ricordato recentemente anche Benedetto XVI - vuol dire proprio questo. La circolarità d'amore che segna il mistero trinitario si ritrova intatta nell'amore coniugale benedetto dal sacramento di Cristo».
In che modo la preghiera coniugale dilata i confini della coppia?
«Gli sposi pregano insieme con il cuore accanto a quello di Cristo, ma il loro sguardo è diretto alla vita quotidiana. La preghiera abbraccia i figli, la famiglia, il lavo ro, gli impegni della giornata. La preghiera serve anche per vivere meglio la loro intimità. E qui siamo proprio alle radici della realtà coniugale. La preghiera di marito e moglie diventa scambio di cuori, di corpi, di fede. E allora è il dono più grande. Un dono da trasmettere a tutta la Chiesa».
Nasce da questo presupposto l'impegno missionario dell'Équipe Notre Dame?
«Padre Caffarel diceva che se le Équipe non diventano una miniera di uomini e di donne pronti ad assumere coraggiosamente tutte le loro responsabilità nella Chiesa e nel mondo, perdono la loro ragione di essere. Naturalmente conservando il nostro carisma, che è appunto la spiritualità della coppia».

fonte: l'avvenire

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