venerdì 8 ottobre 2010

Solo quando non ci aspettiamo più nessuna ricompensa per le nostre azioni o per ciò che erroneamente crediamo di essere o di saper fare, solo allora la nostra acqua si acquieterà


La ciotola soriella Zen .

"C'era una volta una Scuola per l'evoluzione spirituale dell'uomo. Era una  scuola molto ambita perché molti allievi si lamentavano,ma in realtà si compiacevano, del fatto che, secondo loro, il Maestro gli assegnava dei compiti sempre più difficili. A volte si scopriva che il loro compito consisteva semplicemente nel pulire i bagni comuni, oppure nel rassettare la sala da pranzo o ancora, nel tagliare l'erba in giardino. Nonostante questo, tre allievi di un'altra Scuola, sentendosi non considerati lasciarono il loro Maestro per entrare in questa .Dopo i primi due mesi  come novelli allievi, non avevano ancora ricevuto nessun compito specifico dal loro Maestro. Iniziarono così a porsi domande: “Ma perché non ci dà dei compiti? In fondo facciamo tutto quello che è regola all'interno della Scuola, eseguiamo gli esercizi comuni, prendiamo le nostre iniziative comprando libri su libri e stiamo divenendo sempre più istruiti nel campo  della spiritualità che qui si cerca di perseguire” Passarono i mesi senza che i tre venissero minimamente considerati. Essi intanto iniziarono a non dormirci di notte  “ Il Maestro non sa che noi possiamo fare meglio di molti altri qui dentro, e sbaglia perché non ci prende in considerazione. Non sa cosa perde” Aspettarono ancora qualche settimana ma poi due di loro  presero la decisione di affidarsi da soli un compito degno delle loro capacità e livello  spirituale. Uno di essi disse: “Andrò in giro a fare del bene alle persone. Ce ne sono molte che hanno bisogno di aiuto e per me sarà facile aiutarle con tutti i libri che ho letto su come aiutare il prossimo” L'altro disse: “C'è talmente tanta ignoranza in giro, che organizzerò io stesso delle conferenze e dei seminari per aiutare gli altri  a combattere questa loro ignoranza. Li istruirò con la mia sapienza. Il  Maestro così si ricrederà su di me e mi affiderà dei compiti sempre più all'altezza di quello che sono” Il terzo disse: “Io resterò qui affidandomi al Maestro" Gli altri due così partirono alla volta delle loro nuove  autoassegnate  missioni  mentre il terzo allievo continuò a restare nella scuola fiducioso nel fatto che tutto ciò che il Maestro facesse o non facesse fosse solo ed esclusivamente per il suo bene. Passarono tre settimane quando i due allievi tornarono a Scuola. Andarono subito a cercare il loro amico. Il primo disse “Non è possibile. Ci sono troppi poveri e bisognosi in giro e molti non vogliono nemmeno essere aiutati. Non mi vogliono ascoltare, io che cerco di portare aiuto con tutta  la mia sapienza.. Non ce la faccio proprio. Non ne ho più le forze” Il secondo disse “ C'è talmente tanta ignoranza in giro, che sono sfinito. Non posso aiutare tutti e comunque non mi ascolta nessuno. Le mie conferenze sembrano essere sempre più ignorate e ai miei seminari la gente pretende  sempre risposte a cui non riesco a rispondere....Eppure ho letto tanto” Il terzo allievo, quello che aveva preferito rimanere a Scuola e obbedire  al suo Maestro, prese una ciotola, andò vicino ad una pozzanghera e la riempì. Poi la porse ai suoi amici e disse:  “Guardate”  . Essi , non comprendendo il significato del gesto, chiesero spiegazioni. “Non si vede nulla dentro, se non acqua fangosa e torbida” L'amico allora disse loro "Lasciate che il fango si posi sul fondo” Essi obbedirono incuriositi. Poi  guardarono ancora nella ciotola: potevano vedere la propria immagine! L'amico allora disse: “l'acqua agitata è fangosa e torbida. Quando si  acquieta , invece, diventa limpida come uno specchio. La stessa cosa  amici, è per il cuore dell'uomo e per la sua capacità di fare qualcosa per gli altri. Fino a che viviamo aspettandoci riconoscenze per ciò che pensiamo di essere o per ciò che facciamo, la nostra acqua sarà agitata torbida, fangosa. E il nostro cuore non potrà agire, nascosto da tale fango. Solo quando non ci aspettiamo più nessuna ricompensa per le nostre azioni o per ciò che erroneamente crediamo di essere o di saper fare, solo allora la nostra acqua si acquieterà. E solo in quel momento il nostro cuore sarà uno specchio limpido in cui gli altri potranno vedere” Gli altri due allievi sembravano illuminati da questa comprensione del loro amico e decisero di restare fermi ad aspettare istruzioni dal Maestro Sbagliarono ancora molte altre volte da allora, subendo anche i rimproveri. del Maestro. Ma mai più si allontanarono dalla scuola alla volta del mondo quel mondo che potevano conoscere solo attraverso la conoscenza di sé stessi…"

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