giovedì 21 ottobre 2010

prendersi reciprocamente carico dell’altrui e nostra debolezza...pian pianino come le formicole


In un secolo, il XIX, di padri terribili (da quello, crudele, della Monaca di Monza neiPromessi Sposi al soffocante padre di Enrico in Cuore), la figura di Geppetto incarna una charitas che, superando l’obbligo di natura, fa del rapporto padri-figli un incessante percorso di donazione-conversione: ci si dona per esser padri, ci si converte per essere figli. In un secolo, il nostro, ove le tecniche e le ragioni “biologiche” stanno inventando ogni sorte di progenitura e di affiliazione, la lezione di Collodi rimane luminosa alternativa ai dettami del bíos : ciò che fa umano il nostro consorzio è il prendersi reciprocamente carico dell’altrui e nostra debolezza: «Appoggiatevi pure al mio braccio, caro babbino, […] cammineremo pian pianino come le formicole, e quando saremo stanchi ci riposeremo lungo la via».    
La scuola scelse Cuore, ma è tornato il tempo di Geppetto.

Il continente interiore" di Carlo Ossola

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