domenica 8 agosto 2010

Il risveglio esige silenzio, solitudine, attenzione

Thomas Merton, un monaco che ha molto riflettuto sull’impegno politico, scriveva così circa il risveglio del proprio io profondo: “Innanzitutto ricomponi i frammenti della tua esistenza distratta in modo tale che quando dici “io” ci sia veramente una persona reale a sostenere il pronome che hai pronunciato. Rifletti, qualche volta, sul fatto inquietante che la maggior parte delle tue esternazioni di opinioni, gusti, azioni, desideri, speranza e timori, sono affermazioni su qualcuno che non è presente. Quando dici: “io penso”, spesso non sei tu che pensi, bensì “loro”, è l’autorità anonima della collettività che parla attraverso la tua maschera. Quando dici “voglio”, a volte non stai facendo altro che un gesto automatico di accettazione, pagando per giunta per ciò che ti viene imposto. Vale a dire, tu cerchi di ottenere ciò che sei stato indotto a volere”. Il risveglio esige silenzio, solitudine, attenzione

«Come Gesù, la Chiesa deve continuare a denunciare il peccato dei nostri giorni. Deve denunciare l’egoismo che si nasconde nel cuore di tutti gli uomini, il peccato che disumanizza gli uomini, che rovina le famiglie, che converte il denaro, il possesso, il lucro e il potere nei fini degli uomini. E, come chiunque possegga un minimo di visione, una minima capacità di analisi, la Chiesa deve denunciare quello che si è definito, giustamente, il "peccato strutturale", ovvero, quelle strutture sociali, economiche, culturali e politiche che marginalizzano concretamente la maggioranza del nostro popolo. Quando la Chiesa sente il clamore degli oppressi non può fare a meno di denunciare i gruppi sociali che causano e perpetuano la miseria da cui si origina tale clamore. Però, come quella di Cristo, la denuncia della Chiesa non si ispira all’odio né al risentimento, bensì cerca la conversione dei cuori e la salvezza di tutti».
 
(Oscar A. Romero, La Chiesa, corpo di Cristo nella storia, 1977)

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