giovedì 5 agosto 2010

fare coscienziosamente nel tempo che Tu mi dai, quello che Tu vuoi che io faccia

Sono uscito, Signore, fuori la gente usciva. Camminavano e correvano tutti. Correvano per non perdere tempo, correvano dietro al tempo, per riprendere il tempo, per guadagnare tempo!...
"Arrivederci, signore, scusi, non ho il tempo. Ripasserò, non posso attendere, non ho il tempo.Termino questa lettera perché non ho il tempo. Avrei voluto aiutarla, ma non ho il tempo. Non posso accettare, per mancanza di tempo. Non posso riflettere, leggere, sono sovraccarico, non ho il tempo".
Vorrei pregare, ma non ho il tempo. Tu comprendi, Signore, non ho il tempo.
Lo studente, ha il suo studio e tanto lavoro, non ha tempo... più tardi...
Il giovane fa dello sport, non ha tempo... più tardi... Lo sposo novello deve arredare la casa, non ha tempo... più tardi... I genitori hanno i bambini, non hanno tempo... più tardi... I nonni hanno i nipotini, non hanno tempo... più tardi... Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo... più tardi...
Sono moribondi, non hanno... troppo tardi!... non hanno più tempo!...
Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore, passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi, sovraccarichi, impetuosi, avventati... e non arrivano mai a tutto, manca loro il tempo, nonostante ogni sforzo, manca loro il tempo, anzi manca loro molto tempo.
Signore, Tu hai dovuto fare un errore di calcolo. V'è un errore generale: le ore sono troppo brevi, i giorni sono troppo brevi, le vite sono troppo brevi! Tu, che sei fuori del tempo, sorridi, o Signore, nel vederci lottare con esso, e Tu sai quello che fai! Tu non Ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini: doni a ciascuno il tempo di fare quello che Tu vuoi che egli faccia. Ma non bisogna perdere tempo, sprecare tempo, ammazzare il tempo. Perché il tempo è un regalo che Tu ci fai, ma un regalo deteriorabile, un regalo che non si conserva.
Signore, ho tempo, ho tutto il tempo mio, tutto il tempo che Tu mi dai: gli anni della mia vita, le giornate dei miei anni, le ore delle mie giornate, sono tutti miei. A me spetta riempirli, serenamente, con calma, ma riempirli tutti, fino all'orlo, per offrirteli, in modo che della loro acqua insipida Tu faccia un vino generoso, come facesti un tempo a Cana per le nozze umane.
Non Ti chiedo, oggi, o Signore, il tempo di fare questo e poi ancora quello; Ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente nel tempo che Tu mi dai, quello che Tu vuoi che io faccia.
riflessione-preghiera del famoso prete e scrittore francese Michel Quoist

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