sabato 19 giugno 2010

nasce quasi la metà di tutte le afflizioni e le ansie da noi provate

In realtà il valore che noi attribuiamo all’opinione degli altri e la nostra preoccupazione costante al riguardo oltrepassano di regola ogni ragionevole giustificazione, tanto da poter sembrare una specie di mania generalmente diffusa, o piuttosto innata. In tutto ciò che noi facciamo o non facciamo si prende in considerazione l’opinione altrui quasi prima di ogni altra cosa, e con un’attenta analisi vediamo che da tale preoccupazione nasce quasi la metà di tutte le afflizioni e le ansie da noi provate.

A. Schopenhauer


Troppe voci mi assediano, in queste settimane. Tutti chiedono, pretendono, esigono.
Sono stanca, stanca di apparire sempre perfetta, di essere dolce e sorridente e disponibile, di non poter avere un momento di cedimento, nervosismo, irritazione. E cerco il silenzio.
Fuori il vento sta finalmente dissipando l’afa di questo pomeriggio. E' il solo suono che non mi irriti, in questo momento; un sospiro pacato e potente, che sembra scacciare ansie e paure, che sembra fare piazza pulita di tutti i pensieri irrazionali.
Sarà la tua voce, più tardi, a vegliare sul mio sonno.

Sognato da: _magnolia

Sono giorni che parlo di dolore.
Un carteggio virtuale ed innocente, perchè io sono innocente.
Scrivo del dolore e mi rendo conto di credere che dovrebbe esserci, per legge, una soglia minima al di sotto della quale si diventa ridicoli a sostenere di provarne.
Conosco persone che si lagnano e frignano come lattanti per cose che io nemmeno faccio rientrare nella categoria dei dettagli.
Tuttavia il dolore è insindacabile. Arriva dal centro, colpisce al centro. Come il bene.
Il mio dolore è solo più plausibile e comprensibile di altri.
Un dolore banale, perchè ha radici profonde, nel fallimento di un progetto, nell'interruzione di un percorso, nell'impossibilità di rimediare -tutta roba dall'importante peso specifico-
Il dolore sta lì, a metà strada tra lo slancio di sgravarsi di se stesso e la stanchezza che lo fa rinunciare.
Sta lì, a metà strada tra il dignitoso e il vergognoso.
E genera una solitudine che è molto più pericolosa del dolore stesso.
Ennesima deriva di CrisalideInversa ©

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