domenica 27 giugno 2010

La cosa da fare prima, in­dica la priorità del cuore...Non ce l'han­no fatta i Dodici, come posso pensare di farcela io?

' troppo bello, inetenso, poetico, vitale questo commento per non riportarlo tutto. Tutte le frasi potevano divenirne il titolo. 
http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.pax?mostra_id=18792
Amare Gesù in nuda povertà
padre Ermes Ronchi
XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (27/06/2010)
Vangelo: Lc 9,51-62   Clicca per vedere le Letture (Vangelo: Lc 9,51-62)
Tre brevi dialoghi su come seguire Gesù. 
Il pri­mo personaggio che entra in scena è un ge­neroso e dice: Ti seguirò, dovunque tu vada!
Gesù deve avere gioito per lo slancio, deve aver ap­prezzato l'entusiasmo giovane di quest'uomo. Ep­pure risponde: Pensaci. Neanche un nido, neanche una tana, solo strada, ancora strada. Non un posto dove posare il capo, se non in Dio, quotidianamen­te dipendente dal cielo.
Così è Gesù: nudo amore che deve essere amato in nuda povertà. Eppure seguirlo è scoprire una ric­chezza che mai avrei immaginato; è diventare ric­chi, non di cose, di luoghi o nidi, ma di incontri, di opportunità, di luce. Gesù non ha una casa, ma ne trova cento sul suo cammino, colme di volti amici. Le parole di Gesù sono sempre, anche quelle dure, una risposta al nostro bisogno di felicità.
Il secondo riceve un invito diretto: Seguimi! E que­sti risponde: sì. Solo permettimi di andare prima a seppellire mio padre. La richiesta più legittima che si possa pensare, dovere di figlio, compito di uma­nità. Gesù replica con parole tra le più dure del van­gelo:
Lascia che i morti seppelliscano i morti!
Parole che dicono: è possibile essere dei morti den­tro, vivere una vita spenta, una religiosità oscura, te­nebrosa, intrisa di paure. Parole dure che sottin­tendono però: segui me, io ti darò il segreto della vi­ta autentica! Il Vangelo è sempre un inno alla vita, scoperta di bellezza, incremento di umanità.
Infine il terzo dialogo: Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che mi congedi da quelli di casa. Una richie­sta delicata e naturale. È così duro il cammino sen­za amici e senza affetti! Tutto si gioca attorno a una parola-simbolo: «prima». La cosa da fare prima, in­dica la priorità del cuore, quello che sta in cima ai tuoi pensieri, il tuo Dio o il tuo idolo. La risposta di Gesù: Non voltarti indietro, non guardare a ciò che ti mancherà, ma a ciò che ti viene donato. Non guar­dare alle difficoltà, ma all'orizzonte che si apre. Non alla nostalgia, ma alla strada e ai grandi campi del mondo. La fede spalanca orizzonti più grandi.
Chi si volta indietro non è adatto al Regno. Ma allo­ra chi è adatto? Chi non si è mai voltato indietro? Non Pietro, non Giacomo e gli altri. Non ce l'han­no fatta i Dodici, come posso pensare di farcela io? Ma Gesù non cerca eroi incrollabili per il suo regno, ma uomini e donne autentici che sappiano sce­glierlo ogni giorno di nuovo, che sappiano rispon­dere «sì», ogni volta, come Pietro, all'unica doman­da: mi vuoi bene?

Nessun commento:

Posta un commento