venerdì 28 maggio 2010

« incominciare da capo» è solo un'impressione perché, in realtà, le cose continuano

Non mi sono mai stupito quindi nel vedere in questi decenni inaridirsi nelle giovani generazioni la fonte dell'amore per Maria di Nazaret ed i venditori di rosari chiudere bottega.
Era necessario che così avvenisse.
Come per tante altre cose, bisognava ricominciare da capo.
Non abbiamo cominciato da capo con la Bibbia considerata ai tempi della mia giovinezza un libro proibito?
Non abbiamo cominciato da capo con la liturgia espressa prima del Concilio nell'immobilismo di gesti abbastanza freddi, in una lingua incomprensibile alle folle com'è il latino?
Non abbiamo incominciato da capo con la Chiesa considerata nel passato come una piramide clericale, mentre il Concilio ce l'ha delineata come « Popolo di Dio» in marcia verso la Terra Promessa?
Ebbene anche per la Madonna incominciamo da capo anche se questo « incominciare da capo» è solo un'impressione perché, in realtà, le cose continuano, perché nella Chiesa, che è un corpo vivo, una realtà viva, tutto continua...

«Beata te che hai creduto, Maria» (Luca 1,45).
Quella sera sulla sabbia, vicino alla "gueltà" di Issakarassem avevo deciso di scegliere Maria come maestra nella fede.
Avevo trovato un contatto vitale con lei. Non era più un personaggio a cui dovevo « culto », era la sorella del mio cuore, la compagna di viaggio, la maestra della mia fede.
Sì, proprio della fede.
E mi spiego. Dovete sapere, fratelli, che la marcia della fede l'ho fatta tutta e... a piedi.
La mia fortuna è stata quella di non aver tremato nell' oscurità e di non aver mollato il passo anche quando non ne potevo più.
Mi hanno aiutato gli anni trascorsi nel deserto anche se fu proprio là che conobbi la « notte », quella descritta da S. Giovanni della Croce.
Ora mi sento fratello di tutti quelli che si dicono atei (e sono pochi) e più ancora di quelli (e sono molti) che hanno difficoltà a credere e non conoscono ancora i veri termini del problema.
Quando sarò morto - e spero presto perché ho conosciuto il Signore e brama vedere il suo Volto - se venite sulla mia tomba e se pensate possibile la comunicazione tra i membri del Regno, non chiedetemi di pregare per voi onde guarire da questo o quel male. Chiedetemi solo che preghi per la vostra fede.
È l'unico dono per cui merita pregare.
Ebbene se potrò farlo, lo farò: guarderò gli occhi di Maria di Nazaret in silenzio e cercherò di attingere dalla contemplazione di lei che ebbe tanto coraggio nel credere ciò di cui avete bisogno.
Fratelli e sorelle, vi ho aperto il mio cuore, vi ho detto tutto.
Ora se mi ascoltate mettete in tasca il rosario. Può darsi che passeranno anni prima che lo recitiate per benino. Non importa, tenetelo vicino.
Vi aiuterà. Semmai, quando vi passa sotto le dita, dite solo
AVE MARIA...
Se credere è difficile, non credere è morte certa.
Se sperare contro ogni speranza è eroico, il non sperare è angoscia mortale.
Se amare ti costa il sangue, non amare è inferno.
Credo, Signore!
Credo perché voglio vivere.
Credo perché voglio salvare qualcuno che affoga: il mio popolo.
Credo perché quella del credere è l'unica risposta degna di te che sei il Trascendente, l'Infinito, il Creatore, la Salvezza, la Vita, la Luce, l'Amore, il Tutto.

Che cosa strana per non dire meravigliosa: appena ho detto con tutte le viscere la parola « credo» ho visto la notte farsi chiara.
Ora chiudo gli occhi perché è proprio lei la notte che mi abbaglia con la sua luce al di là di ogni luce.
Sì, nulla è più chiaro di questa notte oscura, nulla è più visibile dell'invisibile Dio, nulla è più vicino di questo infinitamente lontano, nulla è più piccolo di questo infinito Iddio.
Difatti è riuscito a stare nel tuo piccolo seno di donna, Maria, e tu l'hai potuto scaldare col tuo corpicino bello.
Maria! Sorella mia!
Beata te che hai creduto, ti dico stasera con entusiasmo, come te lo disse tua cugina Elisabetta, in quel vespero caldo ad AinKarim.

CARLO CARRETTO
Beata te che hai creduto
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