venerdì 23 aprile 2010

Responsabilità

Sessantacinque anni fa, il 9 aprile 1945, moriva impiccato nel carcere di Flossembürg il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer, a soli 39 anni. Era stato arrestato due anni prima per aver cospirato per l’assassinio di Hitler, in un attentato poi fallito. Del periodo trascorso in carcere ci resta la corrispondenza, in cui troviamo questa frase:
“Abbiamo vissuto e pensato troppo nella convizione che sia possibile garantire in precedenza ogni azione vagliando le possibilità, in modo tale che essa poi si compia completamente da sola. Abbiamo imparato un po’ troppo tardi che l’origine dell’azione non è il pensiero ma la disponibilità alla responsabilità”.

Ecco il motivo per cui spesso, sul luogo di lavoro, nella vita, nella politica, falliscono proposte audaci, innovative, che porterebbero gran vantaggio per tutti: qualcuno si rifiuta di assumersi la responsabilità. Theodore Sturgeon, in un suo celebre racconto, sosteneva che la maturità è proprio questo: dire "I care", Ho cura di, mi assumo la responsabilità di qualcosa. Solo se questa cosa, questa persona esiste puoi farlo. Solo se esiste la puoi amare, ti può importare di essa. Il crescere, il migliorare, è un'attenzione alla realtà, essere disponibili ad amare la realtà più di noi stessi. Ciò che non amiamo è come se per noi non esistesse.

Infatti noi esistiamo perchè siamo amati.
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Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

Gustave Flaubert, Lettera a Mlle de Chantepie

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