venerdì 16 aprile 2010

la parola viva di Dio che brucia

“La vera contemplazione è il contrario del quietismo. La vera contemplazione è sempre un fuoco vivo, una vita che si apre, una professione di fede. Nella creazione è la parola viva di Dio che brucia nella sostanza dell'uomo come un fuoco nascosto. Se Dio ha parlato, una volta, se un'anima lo ha ascoltato, allora il silenzio non è più vuoto, non è mai neanche una semplice eco della parola, ma è una forma di risposta, l’accettazione della parola e precisamente l’accettazione viva, attiva. Nel silenzio l'animo raggiunge il centro della parola. Questo silenzio è il presupposto di ogni dialogo e di ogni continuazione del dialogo” (A. von Speyr).
... e allora...

“«Darò ascolto a quello che stia per dire dentro di me il Signore» (Sal 84,9). Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla dentro, e accoglie dalla sua bocca la parola di consolazione. Beate le orecchie che colgono la preziosa e discreta voce di Dio e non tengono alcun conto dei discorsi di questo mondo. Veramente beate le orecchie che danno retta, non alla voce che risuona dal di fuori, ma alla verità che parla e ammaestra dal di dentro. Beati gli occhi che, chiusi alle cose esteriori, sono attenti alle interiori. Beati coloro che sanno penetrare ciò che è interiore e si preoccupano di prepararsi sempre più, con sforzo quotidiano, a comprendere le cose arcane del cielo. Beati coloro che bramano di dedicarsi a Dio, sciogliendosi da ogni impaccio temporale” (Imitazione di Cristo).
...per questo prego:

«Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione! ». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome! ». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo» (Ger 20, 7-9).

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